Marco Belcastro: voce, organetto diatonico, armonium, chitarra, composizioni
Simone Mauri: clarinetto basso
Alberto Morelli: armonium, percussioni, voce, kanjira, sonagli, flauto bansuri, piffero, duduk, salterio, conchiglia
Franco Parravicini: arrangiamento, chitarra acustica, chitarra portoghese, chitarra elettrica, saz ( chitarra saracena ), adungo ( arpetta africana ), basso
Clara Zucchetti: voce, percussioni, tamburo a cornice, vibrafono
Mi sono avvicinato al Cantico dei Cantici durante una collaborazione con la compagnia teatrale ArteventualeTeatro di Brugherio per la composizione di musiche a canti nell’allestimento di uno spettacolo.
Ho letto varie versioni del cantico ma più di tutte mi ha colpito la traduzione poetica di Alonso Schokel, gesuita spagnolo, ed alla sua traduzione mi sono ispirato per la composizione dei brani dando alle parole una veste di suoni e melodia.
Il Cantico, secondo il suo significato originario, è già un canto erotico secolare, diventato più tardi allegoria sia nella tradizione ebraica che in quella cristiana; un canto che celebra in chiave poetica l’amore umano in tutte le sue infinite sfaccettature: la lontananza, la sensualità, il cercarsi, il rincorrersi, l’amplesso, il perdersi, il ritrovarsi…
Dopo la composizione dei 12 brani è nata in me l’idea e l’esigenza sia di poterli presentare in concerto sia di farli sfociare anche in una produzione discografica. Ho chiesto quindi l’aiuto a validi amici musicisti del comasco, tra cui Franco Parravicini per gli arrangiamenti , attivi musicalmente sia nel panorama nazionale che internazionale, con alcuni dei quali collaboro ormai da molti anni.
I brani si alimentano di una musica melodica e di respiro che naviga tra sonorità Europee e dei porti del mediterraneo (anche grazie all’utilizzo di strumenti che arrivano appunto dalla tradizione musicale etnica e popolare) e traggono linfa anche dalla musica popolare e dalla canzone d’autore.
L’eterogeneità dei percorsi artistici dei diversi musicisti fa sì che le composizioni, nate semplicemente dal puro piacere di essere composte, possano sfuggire ad un facile ‘etichettamento’ del genere musicale.